DIARIO DI VIAGGIO


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Sabato 15 Luglio 2006 - Modena


Il Mediterraid è partito ufficialmente da Modena sabato 15 aprile 2006 e dopo aver attraversato sedici paesi in 92 giorni e percorso 22.150 km, si è concluso a Modena oggi sabato 15 luglio 2006.
La Piazza Grande di Modena, normalmente oasi pedonale inviolabile, si è aperta per ricevere l’arrivo dell’auto del Mediterraid.
Davanti al Duomo per l’ultimo stop di un viaggio entusiasmante e carico di significato umano e sociale, vi erano a ricevere i partecipanti alla iniziativa l’Assessore all’Ambiente Mauro Tesauro responsabile della Cooperazione allo sviluppo e progetti di solidarietà internazionale, e il Prof. Dario Sonetti della Università di Modena e Reggio Emilia e Coordinatore delle Guardie Ecologiche.
Il presidente della Associazione Mediterraid Antonello Fratoddi insieme ai soci-partecipanti Monica Ardizzone, Novella Sammarco, Andrea Frazzetta e Dario Marinoni sono stati ricevuti in comune e hanno donato alla città di Modena una copia su tela della Bandiera della Solidarietà con riportata in tutte le lingue del Mediterraneo la frase estratta dalla dichiarazione dei diritti umani:
“E’ indispensabile promuovere i rapporti amichevoli tra le nazioni”
L’arrivo e la conclusione del Mediterraid avviene in un momento quanto mai drammatico per il Mediterraneo che vede in questi giorni inasprirsi gravemente la tensione in MedioOriente.
Questo deve spingerci sempre di più a impegnarci, ognuno con i mezzi di cui dispone, a diffondere un messaggio di totale rifiuto della violenza e della sopraffazione e a lavorare perché mai possa sembrare accettabile il ricorso ad armi che non siano quelle della conoscenza e della comprensione tra i popoli.

 

Martedì 11- Venerdì 14 Luglio 2006 - Francia


L’attraversamento della Francia da parte del Mediterraid non è meno importante del passaggio nelle altre nazioni del Mediterraneo, ma la realtà che incontriamo è per noi consueta e conosciuta e la mente ritorna spesso al fascino delle coste deserte del NordAfrica o alla accoglienza entusiasta che abbiamo ricevuto in MedioOriente.
In Francia ritroviamo il turismo indifferente e consumista a cui siamo abituati in patria e non riusciamo a entusiasmarci come è accaduto in altri luoghi.
Percorriamo velocemente le moderne strade della Costa Azzurra  pensando a come, qui dove tutto è pulito, ordinato, comodo e facile non ci sia più niente in grado di sorprenderci e emozionarci e come le difficoltà ambientali e materiali che abbiamo incontrato lungo il  percorso lasciato alle spalle siano state abbondantemente ripagate dalla unicità di quello che abbiamo vissuto.

 

Domenica 8- Lunedì 9 Luglio 2006 - Spagna


Chiara Dino è una giornalista che lavora per DdiRepubblica e ha già scritto per il Mediterraid un articolo che è stato pubblicato prima della nostra partenza.
Adesso ha voluto raggiungerci, e a Malaga si è unita al gruppo per percorrere insieme a noi un tratto del percorso.
Con lei abbiamo indagato sul mare di plastica di El Ejido e sul turismo Low Cost di Benidorm, argomenti che saranno presto trattati da articoli pubblicati sul giornale.
L’entusiasmo e la professionalità di Chiara ci hanno contagiato e ci hanno aiutato a ritrovare quello slancio che ormai, arrivati quasi alla conclusione del viaggio, si era, in noi, leggermente affievolito.
La ringraziamo di questo e speriamo di averla con noi nelle prossime iniziative.

 

Venerdì 6- Sabato 7 Luglio 2006 - Spagna


Benidorm a metà strada tra Almeria e Valencia sulla Costa Blanca rappresenta “un caso” sia dal punto di vista sociologico che dal punto di vista architettonico.
Miglialia di turisti, in prevalenza Inglesi, ma anche Russi e dei paesi dell’Europa dell’est si riversano in questa località per vivere qualche settimana immersi in milioni di metri cubi di cemento.
Qui esiste l’albergo più alto d’Europa, e una notevole quantità di grattacieli vista-mare.
Le strade traboccano di auto, paccottiglia, pub, fast-food, boutique e sale gioco.
A Benidorm il clima è mite tutto l’anno, e l’acqua del mare è tiepida ma questo non basta a spiegare perché così tante persone siano disposte a passare le proprie preziose vacanze in una realtà probabilmente più opprimente e caotica di quella lasciata nelle rispettive città di provenienza.
Qui il pacchetto “tutto compreso” viene offerto a basso costo, ma viene da chiedersi se nel successo di questi “non luoghi” per turisti, incidano più le scarse risorse economiche o la scarsa capacità di critica e di scelta.

 

Mercoledì 5 - Giovedi' 5 Luglio 2006 - Spagna


Il Mar de Plata (mare di plastica) si estende soprattutto da El Ejido a Almeria.
E’ una immensa distesa di serre di plastica grigio-biancastra all’interno delle quali vengono coltivati ortaggi e frutta.
Il lavoro nelle serre è massacrante e viene svolto da extracomunitari di solito senza il permesso di soggiorno perché costano meno.
Il notevole benessere degli abitanti spagnoli di questa zona deriva direttamente dallo sfruttamento della mano d’opera a basso costo dei Marocchini che qui lavorano e vivono in condizioni molto difficili, eppure contro di loro non mancano episodi di intolleranza.

La Spagna e il Marocco rappresentano il punto più vicino tra il nord e il sud del Mediterraneo e questo cattivo esempio di interazione tra due popoli ci può far capire quanto ancora siamo lontani da una distribuzione più equa della richezza in questa area.

 

Lunedì 3- Martedi' 4 Luglio 2006 - Spagna


La scuola di flamenco di Juan Polvillo a Siviglia e' considerata una tra le piu' importanti in Spagna.
Lui e' un uomo vitale e instancabile, accetta subito di essere intervistato e di farci filmare una sua lezione.
Gli allievi vengono da ogni parte del mondo ma in prevalenza dal Giappone dove pare che il Flamenco abbia grande successo.
Non mancano gli spagnoli e i cittadini degli altri paesi del Mediterraneo.
Juan ci racconta come il flamenco ben rappresenta il carettere mediterraneo: focoso e passionale.
Dalle sue parole capiamo che il Flamenco e' una danza sentita e amata dagli spagnoli ed e' tutt'altro che relegato soltanto agli spettacoli per turisti, come invece accade per il sirtaki in Grecia.

 

Sabato 1- Domenica 2 Luglio 2006 - Spagna


Oggi e' il giorno in cui torniamo definitivamente in Europa, eravamo gia' in Spagna ma non ancora in Europa in quanto Ceuta e´una enclave spagnola inclusa nel territorio del Marocco e quindi in Africa.
Al nostro sbarco ad Al Cezira in vista della rocca di Gibilterra ci rendiamo conto di aver viaggiato per tre continenti: partiti dall'Europa ci siamo recati in Asia e poi in Africa, e ora eccoci di nuovo in Europa.
Ormai siamo rilassati, tutte le difficolta' sono superate e i paesi cosidetti "difficili" come Albania, Siria, Libia e Algeria si sono rivelati i piu' interessanti.
Mancano diversi giorni al nostro rientro in Italia ma qui in Spagna ci sembra di essere a casa e cominciano gia' a farsi sentire i primi sintomi di nostalgia per i paesi lasciati alle spalle.

 

Giovedi' 29 - Venerdì 30 giugno 2006 - Marocco


El Hoceima in Marocco e' una piacevole cittadina con una bellissima spiaggia, non e' invasa dai turisti stranieri e l'atmosfera vacanziera e' determinata solo dallo struscio dei locali.
Da qui partiamo per percorrere la strada secondaria che segue la costa; dopo un primo tratto montano che attraversa immense distese coltivate a mariuana, evidentemente ignorate e tollerate dalle autorita', raggiungiamo il mare.
La strada e' massacrante a causa del fatto che si tratta di un continuo cantiere in quanto la societa' italiana Salini Costruzioni sta procedendo a trasformare la piccola strada secondaria in una grande arteria che possa correre accanto al mare per permettere in futuro lo sviluppo turistico.
Certamente una volta che questa zona sara' facilmente raggiungibile i grandi campi di mariuana dovranno sparire almeno dal bordo della strada.

 

Martedì 27 - Mercoledi' 28 giugno 2006 - Algeria


Il Mediterraneo non è affatto unito e in armonia come vorremmo, diverse sono le aree di crisi e spesso i giudizi che raccogliamo sui “vicini di casa” non sono lusinghieri.
Eppure le persone che incontriamo adottano tutte lo stesso stile di vita, o meglio “di pensiero” Mediterraneo: tutti vogliono superare le incomprensioni, vivere in pace, e dimenticare gli odii del passato. Purtroppo le tensioni politiche talvolta sono evidenti.
Il giro completo via terra del Mediterraneo qui in Algereia subisce una interruzione insuperabile: la frontiera terrestre tra Algeria e Marocco è chiusa a causa della “questione Sarawi” il territorio conteso dell’ex Sahara spagnolo.
L’unica soluzione possibile è complessa e costosa: imbarcarsi in Algeria per raggiungere la Spagna e reinbarcarsi in Spagna per il Marocco.
In due giorni e due notti di mare grosso tocchiamo tre stati e superiamo quattro dogane e arriviamo finalmente in Marocco stanchissimi e amareggiati per l’irrazionalità della vicenda.



Lunedi' 26 giugno 2006 - Algeria


Algeri è una città difficile, i suoi palazzi bianchi con le ringhiere barocche dipinte di azzurro la rendono spettacolare, ma la sporcizia e il degrado generale la privano di quella piacevolezza che il colpo d’occhio complessivo promette.
La microcriminalità è molto diffusa e il ricordo dei recenti anni bui del terrorismo aleggia nell’aria. Non esiete turismo e per visitare la Kasba tutti ci raccomandano di trovare un accompagnatore che ci protegga.
Seguiamo il consiglio e ci addentriamo nei vicoli insieme a un gigante che ci viene fornito dalla locale stazione di polizia.
All’interno della Kasba tutti ci salutano e alla fine una famiglia di quattordici persone in festa per la nascita di un bambino ci invita a casa a mangiare con loro il Cous-Cous.
Sembra di essere a Napoli ma cento volte di più.
Il padrone di casa, che fa il marinaio, ci dice che Algerini e Italiani sono uguali perché gli Algerini sono matti e gli Italiani sono matti.


Domenica 25 giugno 2006 - Algeria


Il direttore del giornale di Algeri in lingua Araba “Il Paese” Dott. Abdelkader Djema con cui ci siamo incontrati ieri ci ha parlato a lungo della frustrazione del mondo Arabo nei confronti dell’Occidente per non essere capito e considerato come vorrebbe.
Ci ha incoraggiato nel nostro sforzo di diffondere una informazione tesa a presentare i popoli del Mediterraneo in un modo diverso da quello denigratorio che troppo spesso viene adottato dai media occidentali, e si è dimostrato solidale con la nostra iniziativa al punto da inserire un articolo e una nostra foto in prima pagina nel numero di Domenica.

 

Sabato 24 giugno 2006 - Algeria


Ad Algeri intervistiamo nell’ordine: il consigliere della Ambasciata d' Italia Dott. Bellavia, la presidentessa della organizzazione Rachda, Badia Sator, il direttore del giornale in lingua Araba “Il Paese” Dott. Abdelkader Djema e l’arcivescovo di Algeri Mons. Henry Teisser responsabile di tutti i religiosi cristiani del Paese.
Tutti ci parlano degli anni bui del terrorismo, dei problemi attuali e del futuro dell’Algeria.
Da punti di vista diversi emerge un uguale desiderio e la stessa speranza che l’Algeria stia definitavemente uscendo dall’incubo in cui era precipitata. (Anche se purtroppo è notizia di ieri l’uccisione di sette soldati da parte dei terroristi).
Tutti sottolineano come l’Italia sia stato l’unico paese a non abbandonare l’Algeria al suo destino quando tutti gli altri ritiravano le proprie rappresentanze.

 

Martedì 20 - Venerdì 23 giugno 2006 - Algeria


L’Algeria ha vissuto negli ultimi anni eventi molto drammatici.
In seguito alle elezioni democratiche che videro la vittoria del Fronte Islamico e che per questo furono invalidate, si scatenò la violenza degli integralisti che in un crescendo di orrore portò a massacri di interi villaggi e alla caccia allo straniero.
Ora la situazione si è tranquillizata ma la zona costiera tra la frontiera Tunisina e la città di Algeri si dice che non sia ancora totalmente sotto controllo.
La situazione che noi abbiamo trovato è  molto diversa da quella che ci aspettavamo: le spiagge sono piene, il lungomare di Annaba è affollato come quello di Rimini e la gente sembra pensi solo a divertirsi e a riempire i ristoranti e le gelaterie, la polizia vigila ma non è mai invadente.
Ancora una volta dobbiamo rilevare come l’immagine che abbiamo di questi luoghi non corrisponda alla realtà effettiva che si trova sul posto.

 

Lunedì 19 giugno 2006 - Tunisia


Nel millecinquecento i marchesi Lomellini di Pegli in Liguria scoprirono che qui a Tabarka nel nord della Tunisia, vi erano grandi banchi di corallo e trasferirono dalla Liguria alla Tunisia intere famiglie di pescatori per lo sfruttamento del prezioso materiale.
Quando il corallo si esaurì i pescatori furono abbandonati senza lavoro e senza protezione. Furono decimati dai Mori che allora imperversavano in questi territori, finchè i discendenti dei pochi superstiti emigrarono ancora una volta per trasferirsi nel sud della Sardegna a Carloforte e a Sant’ Antioco.
Qui a Tabarka restano le tracce di questa storia che lega tre località del Mar Mediterraneo: Pegli in Liguria, Tabarka in Tunisia e Carloforte in Sardegna.
Una storia di mare, di emigrazione, di lavoro e di sfruttamento che ci proponiamo di approfondire in un prossimo viaggio nelle tre località.

 

Giovedì 15 - Sabato 18 giugno 2006 - Tunisia


Il Mediterraid è arrivato a due terzi del suo percorso, a Jerba era prevista una sosta di solo riposo di qualche giorno; siamo arrivati in Tunisia senza mai aver tirato il fiato e siamo davvero stremati. L'avventura Mediterraid è esaltante; luoghi, persone, parole, colori, e sensazioni si susseguono senza tregua. Ogni giorno abbiamo avuto un lavoro da svolgere ed anche se capiamo di essere privilegiati e fortunati a poter partecipare a una tale esperienza, ciò non toglie che la fatica è tanta e maggiore del previsto.

Jerba, con il suo clima dolce ed il suo ritmo di vita rilassato ci ha stregati e ci siamo fermati qui più del dovuto. Presto ripartiremo per l'Algeria, paese senz'altro non facile e aver recuperato le forze ci aiuterà a proseguire il lavoro speriamo nel miglio modo possibile.

 

Mercoledì 14 giugno 2006 - Tunisia


La Gargoulette è un vaso di coccio realizzato al tornio dagli artigiani di Jerba, può essere bianco se impastato con acqua di mare o rosso se con acqua dolce. Viene utilizzato per la pesca del polpo che vi entra ma non riesce ad uscirne prima che i pescatori tirino a secco i vasi.

Ma la Gargoulette è anche il nome di una pietanza raffinata: pezzi di carne di agnello e spezie vengono inseriti nel vaso che dopo essere stato sigillato ermeticamente viene messo a cuocere sulla brace per otto ore. Alla fine il vaso viene rotto con un colpo secco e l'agnello e i suoi sapori fino a quel momento prigionieri vengono liberati nel piatto del fortunato degustatore.

 

Martedì 13 giugno 2006 - Tunisia


Il Mediterraneo è tuttora teatro di fenomeni di emigrazione spesso con risvolti drammatici: da sempre l'emigrazione ha rappresentato una scelta sofferta, lo sradicamento dalle proprie origini per giocarsi l'unica chance per una vita meno disperata. Oggi nel Mediterraneo si assiste, come nel resto del mondo, ad una emigrazione del tutto diversa, una emigrazione "di benessere".

Sempre più Europei benestanti abbandonano la loro vita cittadina a Londra, a Parigi o a Milano per stabilirsi in luoghi meno caotici, dove il clima è dolce, la gente è ospitale e dove con l'equivalente di un canone di affitto di una casa europea, si può vivere da re. L'isola di Jerba in Tunisia, è, insieme alle isole greche, al Marocco, e alla Spagna, uno di questi luoghi meta della nuova emigrazione di "lusso".

Moltissimi Francesi, Inglesi,Tedeschi ed anche Italiani hanno affittato o comprato case meravigliose sul mare con poche lire e trascorrono le giornate tra incontri, letture, passeggiate, mare e grigliate di pesce, godendo di una qualità della vita impensabile nelle loro città europee.

 

Lunedì 12 giugno 2006 - Tunisia


Mosbahber fa il cameriere ad Houm souk, la piccola cittadina capoluogo dell'isola di Jerba, ha lavorato dodici anni in Italia, in Germania, in Svizzera ed in Olanda, ha viaggiato in Egitto, in Libia e in Marocco, parla un italiano fluente, vede la televisione italiana, ci dice che mai nei dibattiti televisivi come quello di "Bruna Vespa", si capisce quali sono i veri problemi del mondo arabo e del suo rapporto con l'occidente, ce li illustra attraverso una analisi pacata e lucida. Mosbahber fa il cameriere ma parla come un politologo.


Domenica 11 giugno 2006 - Libia


Il nostro viaggio in Libia è finito, ii tre accompagnatori inviati dal Ministero del Turismo ci assistono fino all'entrata in Tunisia, sono stati preziosi, efficienti, discreti e divertenti. Per sette giorni ci hanno accompagnato svolgendo per noi tutte le pratiche nei posti di blocco, e facendoci ottenere tutti gli ingressi gratuiti nei siti archeologici e nei musei e quel che più conta è che ci hanno fatto avere tutti i permessi per filmare o fotografare. Ci salutiamo con baci ed abbracci con la promessa di rivederci.
Per noi è la prima volta che veniamo in Libia ma faremo del tutto perchè non sia l'ultima.

 

Sabato 10 giugno 2006 - Libia


La Wolkswagen maggiolino azzurra con cui Gheddafi in gioventù girava per il paese per fare propaganda fà bella mostra di sè all'ingresso del museo di Tripoli. I reperti greco-romani sono la parte più cospicua del materiale esposto a ricordare ancora una volta come nel Mediterraneo le diverse culture si sono sempre avvicendate e contaminate.

 

Venerdì 9 giugno 2006 - Libia


Il pieno di gasolio in Libia costa l'equivalente di 7 euro. Qui come in tutto il mondo arabo il vero tesoro è rappresentato dall'acqua, e la Libia ha bisogno di acqua al nord per irrigare i campi.

Nelle profondità del deserto del sud vi sono grandi riserve di acqua fossile, questa è la premessa che ha dato origine al progetto del "grande fiume artificiale", una gigantesca condotta con tubi di quattro metri di diametro che porta acqua dal deserto alla costa. Un progetto grandioso, creativo, eccentrico, forse antieconomico ma perfetto per stimolare l'orgoglio nazionale del governo e del popolo libico.

 

Giovedì 8 giugno 2006 - Libia


Leptis Magna può essere paragonata a Roma o ad Atene, ma queste ultime oggi sono metropoli moderne dove agli edifici e alla struttura urbana del periodo romano si sono sovrapposti nei secoli i più diversi interventi urbanistici. A Leptis Magna questo non è successo, la città fu abbandonata intorno al VII secolo d.C. in seguito all'insabbiamento del porto. Ancora oggi è possibile riconoscere perfettamente tutto lo sviluppo della antica città. Il sito è stato dichiarato patrimonio dell'Umanità dell' Unesco nel 1982.

 

Mercoledì 7 giugno 2006 - Libia


L'equipaggiamento tecnico della spedizione Mediterraid è composto da due videocamere professionali Sony, diversi microfoni, faretti e treppiedi, quattro fotocamere digitali Canon, un portatile Macintosh ed un portatile IBM. Per la connessione internet spesso è sufficiente il collegamento con un normale cellulare predisposto, talvolta in mancanza di campo viene utilizzato un telefono satellitare Thuraya. Le competenze individuali sono cosi' configurate: un coordinatore generale, una segretaria di redazione, due operatori video, un fotografo e una web master. A quest'ultima un ringraziamento particolare per rendere possibile l'aggiornamento costante di questo diario di viaggio in condizioni non sempre facili.

 

Martedì 6 giugno 2006 - Libia


In Siria Mohammed ci ha detto che lavorando a Milano ha capito che in Italia "la settimana dura un giorno", intendendo dire che tutti i giorni della settimana sono uguali, fatti di lavoro e di routine, ed è tornato nel suo paese a trascorrere le giornate ognuna diversa dall'altra.

In Egitto Kabel ci ha detto di essere scappato dall'Italia perchè non si può vivere solo per lavorare.

Qui in Libia Anwar, ingegnere elettronico, che ha studiato e lavorato in Italia, ci racconta che solo adesso capisce perchè da noi si dice "chi trova un amico trova un tesoro". In Libia trovare un amico è facile ma in Italia è davvero difficile come trovare un tesoro, perchè il lavoro, lo stress, l'ansia di consumare lasciano poco spazio all'amicizia, ai sentimenti, al tempo libero, ai pensieri.
Dice che molte cose che contano non si possono comprare e non serve lavorare e guadagnare oltre una certa misura.
Lui è tornato in Libia, adesso ha più tempo da dedicare a se stesso ed alla sua famiglia. Ci salutiamo dopo questa conversazione e ci chiediamo se il nostro modello di vita che riteniamo tanto giusto al punto di doverlo "esportare" non sia invece da rivedere, e se per caso non siamo noi che dovremmo imparare qualcosa dagli "altri", per riavvicinarci ad uno stile di vita più "mediterraneo".

 

Lunedì 5 giugno 2006 - Libia


Durante il periodo coloniale l'Italia in Libia si è macchiata di colpe gravi di cui in Italia si parla poco. La Libia in Italia è poco conosciuta e visitarla rappresenta una rivelazione. I suoi luoghi archeologici sono di una bellezza mozzafiato, la luce, l'aria ed il mare rendono il soggiorno piacevole, le città sono pulite ed ordinate e la gente è dolce e gentile.

Quanto è distante la realtà delle cose dagli stereotipi diffusi in occidente, solo la conoscenza diretta può farci capire quanto cauti bisogna essere nell'adottare certezze suggerite dal cosidetto "pensiero unico".

 

Domenica 4 giugno 2006 - Libia


Entriamo in Libia, siamo attesi e una delegazione del Ministero del Turismo ci riceve con tutti gli onori: è pronta per noi una cena con spettacolo e musica. Per tutta la permanenza in Libia avremo tre accompagnatori che con il loro pick-up governativo ci scorteranno e ci guideranno. Il nostro soggiorno è completamente a carico del Ministero del Turismo che ci consegna, tramite un suo funzionario, diverse mazzette di contante con il quale salderemo tutte le spese.

Ancora una volta constatiamo con quanto entuasiasmo viene considerato il progetto Mediterraid, e quanta generosità incontriamo presso le organizzazioni governative dei paesi che attraversiamo. Avevamo chiesto alle istituzioni libiche il permesso di effettuare il viaggio e un piccolo contributo economico, la risposta è stata superiore alle aspettative e ci conferma come questo paese dal quale l'Italia ha molto da farsi perdonare a causa dell'avventura coloniale, voglia dimenticare il passato ed intenda instaurare rapporti leali ed amichevoli.

 

Sabato 3 giugno 2006 - Egitto


La Biblioteca di Alessandria fù la più grande raccolta di volumi e di sapere del mondo antico. Distrutta da Cesare nel 48 a.C., oggi rivive grazie ai finanziamenti arabi ed al lavoro di un pool di architetti nord-europei. Le linee avvenieristiche non tralasciano citazioni antiche come gli alfabeti incisi all'esterno. L'effetto è notevole, all'interno colpisce, in mezzo a tanta modernità, vedere studentesse interamente velate di nero, guanti compresi, armeggiare con tastiere e mouse alla ricerca di informazioni su internet.

 

Venerdì 2 giugno 2006 - Egitto


Federica Zoja è una giornalista che lavora al Cairo per alcune testate italiane. Ci intervista nel ristorante del nostro albergo; memorizza con il suo piccolo registratore tutto quello che raccontiamo sulla storia del Mediterraid, sul suo svolgimento e sul suo significato. Noi filmiamo tutto e approfittiamo per farle domande sulla realtà egiziana e sul futuro di questa nazione e alla fine non si sa più chi è l'intervistato e chi l'intervistatore, ma il senso del Mediterraid è proprio questo: stimolare il dibattito, proporre un'occasione di scambio, fornire e recepire informazioni, capire e comunicare le realtà presenti nel Mediterraneo.

 

Giovedì 1 giugno 2006 - Egitto


L'ambasciatore Italiano al Cairo è molto interessato al progetto Mediterraid ed ascolta attentamente la dinamica e le finalità del'iniziativa.

La festa all'Ambasciata è per noi un'occasione per conoscere gli Italiani che vivono al Cairo, tra cui alcuni giornalisti. Dopo le riprese e le foto di rito ci salutiamo con l'Ambasciatore, sua moglie ed i suoi collaboratori con la promessa di risentirci per essere informati dei comunicati stampa che l'Ambasciata emetterà e sugli articoli che saranno pubblicati sulla stampa locale riguardo al Mediterraid.

 

Mercoledì 31 maggio 2006 - Egitto


Il barcone naviga sul Nilo lentamente, il vento caldo, le luci della città e la musica orientale che proviene dall'interno rendono la situazione molto esotica. Siamo qui per filmare lo spettacolo di danza del ventre oggetto della nostra ricerca sulle sonorità del Mediterraneo. Il pubblico è composto da locali in vacanza e coppie arabe in viaggio di nozze con le signore spesso completamente coperte a parte gli occhi sempre neri e vivaci.

Stride constatare come nella stessa città convivono atteggiamenti opposti: è facile incontrare ragazze in jeans a vita bassa accanto a coetanee completamente velate. L'Egitto sembra un paese a metà di un guado: parte nel passato e parte nel futuro.

 

Martedì 30 maggio 2006 - Egitto


"Una giornata al Cairo equivale a fumare trenta sigarette", così recita la guida. Lo smog è visibile, il traffico estenuante, ma la città è intrigante e girare per il Cairo non annoia mai. Stiamo lavorando intorno alle sonorità del Mediterraneo e siamo alla ricerca della casa di Ragia Hassan, una famosa danzatrice del ventre che ci riceverà nel salotto della sua casa e ci racconterà la sua storia e la storia di questa danza diffusa in tutto il Mediterraneo e ormai oggetto di grande interesse anche nei paesi europei.

 

Lunedì 29 maggio 2006 - Egitto


Lo spostamento da Nuweiba al Cairo prevede due tappe significative: il Monastero di Santa Caterina sotto il Monte Sinai e il passaggio nel tunnel sotto il canale di Suez. Il Monastero, che abbiamo visitato altre volte, è sempre affascinante nonostante la presenza di numerosi turisti. Il canale, invece, che altre volte abbiamo potuto vedere e fotografare liberamente, stavolta è inavvicinabile in quanto considerato "obiettivo militare". Percorriamo il tunnel pensando alle navi che passano sopra la nostra testa e che non potremo vedere.

 

Domenica 28 maggio 2006 - Egitto


A questo punto del viaggio la stanchezza si fa sentire e un giorno di riposo nel villaggio deserto con bungalow sul mare a Nuweiba, ci sembra un miracolo. Riordiniamo il materiale e prepariamo il lavoro per i prossimi giorni, ma un bagno nel Mar Rosso ci fà sentire almeno per qualche ora "in vacanza".

 

Sabato 27 maggio 2006 - Egitto


Il Sinai attraversa un periodo particolare, alcuni attentati recenti hanno scoraggiato il turismo sul quale tutta la regione ha puntato moltissimo. Il governo egiziano cerca di tranquillizzare al massimo gli occidentali che si recano in queste zone, ma il risultato è forse controproducente: al nostro arrivo abbiamo trovato una camionetta militare con cinque soldati armati che ci ha scortato, più un funzionario della sicurezza in borghese, anch'esso armato, che è salito a bordo della nostra auto. In questa formazioni abbiamo percorso la strada tra il porto ed il nostro albergo. Tutto questo apparato puramente "precauzionale" come ci spiega il funzionario, invece di farci sentire più tranquilli rende la situazione piuttosto inquietante.

 

Venerdì 26 maggio 2006 - Giordania


Il traghetto che da Aqaba in Giordania porta a Nuweiba in Egitto parte a mezzanotte, ognuna delle macchine in attesa racconta una storia: giganteschi pick-up targati Kuwait stracarichi di articoli elettronici indicano il fitto scambio commerciale che esiste tra i paesi di questa area. Scassatissime Peugeot 504 anch'esse stracariche ma di bagagli malconci indicano le vie dell'emigrazione. Ricchi sceicchi a bordo di fiammanti Mercedes si spostano per svago o per affari. La nostra Toyota che a noi sembra grande e caricata al massimo nella fila di queste auto in attesa appare come una piccola utilitaria.

 

Giovedì 25 maggio 2006 - Giordania


Lawrence d'Arabia fù incaricato dal governo inglese di guidare la ribellione araba contro i Turchi. Egli lo fece in buona fede, convinto di agire per il bene degli Arabi a cui l'Inghilterra aveva promesso l'indipendenza. Alla guida di migliaia di beduini insieme agli sceicchi di cui aveva conquistato la fiducia, Lawrence attraversò il terribile deserto di Wadi Rum e attaccò i Turchi che presidiavano Aqaba alle spalle, quando tutte le difese erano rivolte verso il mare, unico versante da cui i Turchi si aspettavano l'attacco. La battaglia fù vinta facilmente da Lawrence e i Turchi furono definitivamente sconfitti, ma l'Inghilterra tradì gli Arabi e la buona fede di Lawrence non concedendo l'indipendenza ma sostituendosi ai Turchi come forza di occupazione.
La delusione di Lawrence fù cocente e quando egli manifestò l'intenzione di rivelare i retroscena dell'operazione morì in un misterioso incidente di motocicletta.

Ora noi campeggiamo in questi luoghi, godendo del paesaggio ed ascoltando il silenzio del deserto e nulla è rimasto a ricordarci quali e quanti errori la storia ha compiuto nei confronti del popolo arabo.

 

Mercoledì 24 maggio 2006 - Giordania


La Giordania è l'unico paese del nostro percorso che non si affaccia direttamente sul Mar Mediterraneo. I suoi mari sono il Mar Morto ed il Mar Rosso. Più corretto sarebbe stato passare dalla Siria in Libano e poi in Israele per percorrere effettivamente la costa del Mediterraneo. Purtroppo il "mare di amici" che noi proponiamo trova in questi luoghi un ostacolo insuperabile. Non sarebbe stato possibile attraversare i paesi arabi del Medio Oriente e del Nord Africa se avessimo incluso nel nostro percorso Israele. La nostra auto porta sulle fiancate la cartina dell'itinerario e l'elenco dei paesi attraversati, e se tra questi vi fosse stato Israele non saremmo potuti entrare in nessun paese arabo. La speranza è che nel futuro le successive edizioni del Mediterraid possano effettivamente percorrere la costa del Mediterraneo senza più trovare ostacoli alla reciproca accettazione ed alla convivenza pacifica.

 

Martedì 23 maggio 2006 - Giordania


Aquaba 20 anni fà, nel nostro primo viaggio, era una cittadina silenziosa ed affascinante. Oggi è a metà un luna park ed a metà un immenso cantiere. Ovunque si vedono cartelloni che riproducono la città come sarà nel 2010 al termine dei lavori. Anche la Giordania avrà la sua Sharm El Sheikh , tutti sono contenti ed aspettano il benessere che arriverà con il turismo di massima che in parte è già arrivato. Noi anche qui ci chiediamo se tra la povera cittadina affascinante che era venti anni fà e la turislandia deprimente che sta diventando oggi non ci poteva essere per Aqaba una terza via. Esiste uno sviluppo economico che permetta di non perdere la propria identità?

 

Lunedì 22 maggio 2006 - Siria


La piccola scuola del piccolo villaggio vicino Sweeda è frequentata da circa 30 bambini. Il maestro conosce poche parole di inglese ma l'accoglienza che ci riserva è calorosa. I bambini cantano e marciano per noi, ci sfidano in una mini partita di basket. L'edificio sorge in mezzo ad un deserto pietroso, è composto da quattro aule ognuna con una vecchia stufa a legna nel centro. I pacchi di quaderni, penne, matite e pennarelli che abbiamo portato, qui saranno davvero utili. In questa zona a Sud-Est della Siria a ridosso del confine giordano non arriva mai nessuno e non esistono negozi. Quando ripartiamo i bambini ci salutano gridando e siamo convinti che ricorderanno a lungo quella strana macchina colorata che ha portato quaderni e colori.

 

Domenica 21 maggio 2006 - Siria


"Quanto è difficile essere buoni". E' il pensiero che ci ronza in testa mentre organizziamo la consegna degli aiuti umanitari affidatici dalla organizzazione Bambini nel Deserto. Difficoltà di vario genere rendono complicato quello che sembra semplicissimo: dare qualcosa a qualcuno che ne ha bisogno. Dove? Come? A chi? Quanto? Chiedendo il permesso? e poi: chi non potrà avere niente cosa proverà? Creeremo delle discriminazioni? etc. Comunque applichiamo la politica del possibile e distribuiamo i pacchi di indumenti divisi per altezza di bambino in un accampamento di berberi a sud di Damasco. La sensazione è quella di chi cerca di svuotare il mare con un cucchiaino, e ce ne andiamo più amareggiati per quello che non possiamo fare anzichè felici per quello che abbiamo fatto.

 

Sabato 20 maggio 2006 - Siria


C'è una nuova strada tra Palmira e Damasco, rispetto a prima si risparmiano almeno 100 km. Deserto assoluto prima del traffico caotico della città. Diversi bivi, indicano la strada per Bagdad e ci ricordano quanto siamo vicini al confine con l'Iraq, e quanto siamo lontani da quel mondo di pace che vorremmo.



Venerdi' 19 maggio 2006 - Siria


Palmira è un luogo lontano dal mare, immersa nel deserto compare inaspettata dopo 100 km di nulla assoluto. Sembra finta, sembra troppa. Le maestose rovine della città romana, il castello arabo copiato dalle favole, auto, moto e carretti copiati dai cartoni animati, colori, luci e suoni inventati dalla più sfrenata fantasia. Anche qui siamo ospiti, la gente è gentile, ma quando cominciamo a riprendere il mercato, accade qualcosa difficile da capire: bambini, giovani e anche adulti ci sono intorno, scherzano e sorridono ma di fatto ci impediscono di riprendere, sembra allegria ma si percepisce una sorta di boicottaggio. La sera veniamo inviatati a bere il thè da degli operai nella loro baracca, sono gentilissimi, cordiali e generosi ma ci dicono che "Italia no good" e ci spiegano che la guerra in Iraq ha cambiato il loro giudizio sull' Italia. Non c'è assolutamente nessun pericolo per gli italiani in Siria, ma quella simpatia incondizionata per l'Italia che trovammo 15 anni fà, oggi non esiste più.



Giovedi' 18 maggio 2006 - Siria

Abbiamo salutato Matteo percorrendo insieme a lui i primi chilometri per uscire dalla città, ma poi le opposte direzioni ci hanno separato.

Oggi inizia la parte umanitaria del nostro progetto, ci dirigiamo verso Palmira, l'antica citta' romana perduta nel deserto e lungo il tragitto rileveremo quelle situazioni di necessita' che dovremo segnalare alla organizzazione Bambini nel Deserto e presto raggiungeremo il luogo dove consegneremo gli aiuti umanitari che abbiamo portato dall' Italia.
Saltano all'occhio le maggiori necessità di questo Paese, specie nei piccoli villaggi, rispetto ai Paesi che abbiamo attraversato fino ad ora, e questo è il motivo per cui la Siria è oggetto del nostro progetto umanitario.

 

Mercoledi' 17 maggio 2006 - Siria

Matteo Scarabelli è un giornalista del Corriere della Sera che sta compiendo il Giro del Mediterraneo nel senso opposto al nostro, ma sopratutto lui lo sta compiendo in bicicletta! Incontrarlo davanti all'hotel Al-Hayat di Lattakia appena dopo essere entrati in Siria è stato per noi emozionante.
Con Matteo ci siamo parlati più volte in diretta telefonica durante la trasmissione televisiva "Mediterraneo d'Europa" del canale televisivo SAT2000. Oggi abbiamo trascorso insieme la serata e abbiamo potuto conoscere dal vivo il suo entusiasmo e la sua energia.(vedi il suo sito: http://mediterraneo.corriere.it/?fr=tcol)
Abbiamo capito che finchè ci sarà qualcuno che compie azioni così impegnative e disinteressate solo per seguire un proprio sogno e per contribuire a diffondere un messaggio di amicizia e di pace come sta facendo lui, forse si può sperare che in futuro gli uomini impiegheranno sempre di più le loro forze per conoscersi e capirsi anzichè odiarsi e combattersi.

 

Martedi' 16 maggio 2006 - Turchia

Oggi e' trascorso un mese da quando il Mediterraid è partito. Le sensazioni che proviamo sono contradditorie, se pensiamo a quello che abbiamo lasciato alle spalle ci sembra di essere partiti da un anno, ma se guardiamo a quello che ci aspetta ci sentiamo ancora all'inizio. Il viaggio è una corsa mozzafiato, la mattina ci svegliamo presto e alla sera a stento completiamo il lavoro della giornata prima di andare a dormire. Vorremmo avere più tempo da dedicare ai luoghi e alla gente che incontriamo, le immagini si sovrappongono e i ricordi si mescolano fino ad addensarsi in un'unica sensazione generale: il popolo Mediterraneo esiste. Ovunque la stessa disponibilità, lo stesso fatalismo positivo e la stessa allegria esistenziale. Non sappiamo cosa accadrà d'ora in poi ma fino ad adesso la nostra ipotesi di stile di vita mediterraneo ha trovato solo conferme.



Lunedi' 15 maggio 2006 - Turchia

Il "Tantuni" è un piatto tipico della cucina di Mersin; nonostante gli ingrendienti siano quelli tipici della cucina mediterranea qui a causa delle particolari condizioni geoclimatiche assumono sapori inaspettati.

Ovunque si vedono insegne che propongono l'acquisto e la consumazione del "Tantuni". Le riprese della preparazione ci occupano per tutta la giornata, prima facciamo la spesa al mercato insieme al nostro cuoco che si comporta da vero attore, parlando con i venditori e trattando sul prezzo, poi nella cucina del suo ristorante riprendiamo la lunga preparazione fino a consumare la pietanza a tavola tutti insieme.

Questa parte del nostro lavoro dedicato alla cucina mediterranea si è trasformato ancora una volta in una occasione di rapporto amichevole e di divertita collaborazione.

 

Domenica 14 maggio 2006 - Turchia

Murat l'archeologo di Anamur e' rimasto colpito dal grande bagaglio sul portapacchi della nostra auto contenente aiuti umanitari e materiale didattico affidatici dalla Organizzazione Bambini nel Deserto che dovremo consegnare in Siria. Il nostro progetto si articola su due piani diversi: sociale ed umanitario. Tra poco entreremo in Siria e qui si svolgerà la prima fase dello scopo umanitario della iniziativa Mediterraid.

Murat ha condiviso pienamente questo aspetto e ci ha consegnato alcuni libri di Storia da unire al materiale che consegneremo in una piccola scuola vicino Palmira in Siria.

 

Sabato 13 maggio 2006 - Turchia

La costa Turca si divide in quattro regioni: Mar Nero, Mar di Marmara, Mar Egeo e Mar Mediterraneo. Siamo in questa quarta regione ad Anamur, qui si trova la punta più a sud di tutta la Turchia. Con Murat, l'archeologo del museo, visitiamo l'antica città di Anamurion: si tratta di un sito archeologico sorprendente, la città romana è enorme e ancora tutta da scoprire, splendidi mosaici affiorano se solo si scansa lo strato superficiale di sabbia e terra, un antica strada in marmo si inabissa nel mare. Ad Anamur moltissimi sono i segni del passaggio delle varie civiltà del Mediterraneo e l'archeologo del museo sottolinea come e' possibile e indispensabile che i discendenti di tali civiltà debbano capirsi, convivere pacificamente e sforzarsi per rendere il Mediterraneo un luogo di incontro e confronto tra culture diverse con una storia passata in comune.

 

Venerdi' 12 maggio 2006 - Turchia

Fino ad adesso abbiamo assaporato le cucine locali e quella Turca e' ricca e varia, ma oggi abbiamo preso un impegno con Tayli: lui ci metterà a disposizione la cucina del suo ristorantino sul mare appena fuori dal paese e noi faremo la spesa e cucineremo spaghetti al sugo italiano per noi e per la sua famiglia. Alla preparazione partecipa la vecchia madre di Tayli ed i suoi due fratelli. Alla fine siamo tutti insieme a tavola a grattuggiare formaggio di capra sopra gli spaghetti fumanti. Oggi lo scambio e' stato di carattere gastronomico, ma preparare, cucinare e mangiare insieme ci ha avvicinato più di mille discorsi; e alla fine noi facciamo fatica ad andar via e Tayli sembra voglia trattenerci più a lungo possibile.

La locandina del Mediterraid rimarrà attaccata nel piccolo ristorante ed il ricordo di questa giornata rimarrà attaccato per sempre alla nostra memoria.

 

Giovedi' 11 maggio 2006 - Turchia

Il film "Mediterraneo" di Salvatores non ha giovato soltanto all'isola Greca di Kastellorizo, ma anche al piccolo porto Turco di Kas. Da qui partono per la visita dalla mattina alla sera le imbarcazioni cariche di turisti attratti dalla notorietà della piccola isola. Tra le autorità marittime Turche e quelle Greche è stato siglato un accordo che permette di partire la mattina da Kas in Turchia per raggiungere Kastellorizo in Grecia, questo anche in assenza di dogana, l'eccezione favorisce il turismo in ambedue le località ed è un esempio di fattiva collaborazione tra due Paesi del Mediterraneo che ben rappresenta quella necessità di buoni rapporti che l'iniziativa Mediterraid vuole promuovere.



Mercoledi' 10 maggio 2006 - Turchia

La giornata trascorre interamente per lo spostamento tra Izmir e Kas. Sono circa 500 Km di strada in parte larga e veloce ed in parte spettacolare e tortuosa.

Arriviamo a Kas in serata intravediamo al crepuscolo, poco distante dalla costa, l'isola greca di Kastellorizo, dove Salvatores ha ambientato il film "Mediterraneo" . Domani cercheremo di raggiungerla anche se ufficialmente in questo luogo non esiste dogana e pertanto non dovrebbe essere possibile passare dalla Turchia alla Grecia.

 

Martedi' 9 maggio 2006 - Turchia

Gli alberghi che ci ospitano offerti dall'Ente del Turismo Turco sono di un lusso che quasi ci imbarazza. L'ospitalità turca rimarrà a lungo nei nostri ricordi così come questo Paese luminoso ed affascinante.

Non è raro fermarsi a parlare con qualcuno e ritrovarsi a bere the' insieme senza la minima possibilità di pagare alcunche. Tra spostamenti, riprese video, fotografie ed impegni vari le giornate sono piuttosto faticose e trovare alla sera una suite confortevole ci permette di lavorare comodamente per organizzare la giornata successiva.

Siamo molto grati all'Ente del Turismo Turco che ci ha riservato sistemazioni di altissimo livello.

 

Lunedi' 8 maggio 2006 - Turchia

A differenza di altri bazaar di grandi città mediorientali quello di Instanbul ha ancora molti angoli autentici e ci si può imbattere all'improvviso in un saldatore o uno scrivano e in botteghe fumose dove la vita reale non è intaccata dal flusso turistico poco distante.
La speranza e' che la globalizzazione del turismo non snaturi completamente la funzione locale di questo grande mercato.
Molti incontri casuali ci dimostrano ancora una volta come le popolazioni sono ben disposte a accogliere e a interagire con sconosciuti sopratutto se provenienti da paesi lontani.
Il nostro progetto del Giro del Mediterraneo stupisce e sorprende e incontra ovunque solidarietà..



Domenica 7 maggio 2006 - Turchia

Instanbul è la piu bella città del mondo.
Altre città hanno molti motivi di interesse e di attrazione, ma Instanbul li ha tutti insieme: è una città di terra e di mare, è oriente e occidente, è moderna e antica , è sensuale e mistica , è romantica e severa.
Ogni giorno puoi scoprirla diversa e conoscerne nuovi aspetti, non finisce mai e non annoia mai.
Lo sapevano bene i viaggiatori dell'ottocento che affrontavano il lungo viaggio da Londra attraverso l'Europa per raggiungerla.
Oggi la visita al Pera Palace, l'hotel dove facevano sosta i viaggiatori, riporta ancora a quelle atmosfere e a un' epoca dove viaggiare voleva davvero dire conoscere qualcosa di diverso.


 

Sabato 6 maggio 2006 - Turchia

I Derwishi rotanti si esibiscono anche a Roma o a Milano nei teatri, ma quello è uno spettacolo. Qui a Instanbul all'Accademia del Divano, nella sala di legno ottagonale è un'altra cosa: è una preghiera e una meditazione.
Il roteare con una mano rivolta al cielo e una alla terra simboleggia il tramite tra il divino e il materiale.
La suggestione e' grande e l'intervista al maestro ci lascia affascinati.

 

Venerdi' 5 maggio 2006 - Turchia

La strada per Instanbul è veloce ma l'entrata in città è complicatissima, la totale assenza di indicazione per il centro ci costringe a giri tortuosi.
Alla fine arriviamo all'hotel Hilton dove siamo ospiti dell'ufficio del turismo Turco.
Continua l'ospitalita mediterranea.
Instambul è bellisssima, siamo stanchi, la prima meta e' il bagno turco, il vapore il caldo e il massaggio con l'olio ci rimettono al mondo, questa abitudine quotidiana in Turchia dovrebbe davvero diffondersi maggiormente in Occidente, forse ci aiuterebbe a capire quanto di buono possiamo imparare da culture diverse dalla nostra.
La cena e' al ponte di Galata: pane e pesce cotto alla griglia sulla barca dei pescatori e consumato su microsgabelli.
La vitalita' di Instanbul e' contagiosa e il senso di libertà che trasmette e' inebriante.

 

Giovedi' 4 maggio 2006 - Grecia/Turchia

Alexandropoli e' la nostra ultima tappa greca.
Il direttore della catena alberghiera che ci ha ospitato in tutta la Grecia ci riceve in mattinata e ci racconta dei suoi viaggi nel Mediterraneo.
Nel pomeriggio incontriamo il vicesindaco di Alexandropoli: ha studiato in Italia, ama il mare e ci dice che la prima cosa che fa la mattina e' vedere se e' mosso o calmo, e se il mare e' calmo anche lui si sente piu sereno.
In serata passiamo la frontiera, il ponte e' per metà Greco con i parapetti bianchi e azzurri e per metà Turco con i parapetti bianchi e rossi.
Siamo in Turchia!

 

Mercoledi' 3 maggio 2006 - Grecia

Continua il viaggio verso est.
la rassicurante atmosfera greca si va via via trasformando con voci suoni e colori piu orientali.
Si percepisce l'avvicinamento ad un'altra cultura.
Al porto di Kavala incontriamo un pescatore egiziano, volti e lingue sono miscelati e il mare appare sempre piu' un punto di incontro.

 

Martedi' 2 maggio 2006 - Grecia

Qualche problema tecnico all'auto che come spesso avviene in queste circostranze si risolve in una bellissima occasione di contatto e conoscenza con persone disponibili e generose.

Il problema e' subito risolto, ma la giornata trascorre con l'assistenza del capo officina Toyota che ci accompagna nel punto panoramico di Salonicco e ci aiuta nei contatti con la scuola di danza dove riusciamo ad effettuare le riprese di oggi del Sirtaki. Ancora una volta le testimonianze degli addetti ai lavori ci confermano la "non autenticità" di questa danza.

La nostra ricerca delle comuni origini delle musicalità del Mediterraneo continua...

La disponibilita' e la ospitalita' sono una costante dei popoli del Mediterraneo ed e' anche questo un aspetto importante che noi tendiamo a sottolineare con la nostra iniziativa.

Da domani inizieremo a spostarci verso est.

 

Lunedi' 1 maggio 2006 - Grecia

La citta' e' blindata, anche qui il primo maggio e' occasione di manifestazioni. La recente visita di Condolezza Rice ha infiammato gli animi e dal nostro albergo situato vicino all'ambasciata Americana si segue il passaggio del corteo davanti ad un vero e proprio esercito a difesa della sede diplomatica.

Il nostro progetto che tende ad evidenziare sempre i buoni rapporti tra i popoli del Mediterraneo e non, incontra talvolta situazioni e passioni che vanno in un' altra direzione; ma questo ancora di piu' ci conforta nella necessita' di lavorare sempre e comunque, per quanto ci e' possibile, per riportare il pensiero alla necessita' di superare le incomprensioni se non tra i governi almeno tra la gente.


Domenica 30 Aprile 2006 - Grecia

Atene è affascinante, la città e' viva e moderna, la sua vocazione turistica non la rende snaturata.

L'antico quartiere della Plaka è zeppo di ristorantini e negozietti ma conserva angoli suggestivi, la vìsta dal promontorio Lycavitosh è mozzafiato e la visita all'Acropoli è sempre emozionante.

Il nostro progetto incontra anche qui la condivisione di chiunque ne venga a conoscenza e si moltiplicano i contatti e gli appuntamenti per successivi sviluppi dell'iniziativa Mediterraid sia in ambito umanitario che di diffusione del messaggio di amicizia tra i popoli del Mediterraneo.

 

Sabato 29 Aprile 2006 - Grecia

Riprese e intervista alla scuola di Sirtaki: il maestro ci racconta come questa danza che nell'immagiario collettivo rappresenta il folclore Greco sia la sintesi di almeno tre danze originali che si praticavano nei paesi Balcanici e che e' apparsa solo negli anni sessanta in seguito all'uscita del film "Zorba il Greco".

In serata assistiamo a uno spettacolo di balli greci che ricordano in forma e suoni le atmosfere del Mediterraneo orientale; intervistiamo il primo ballerino che ci conferma che il Sirtaki non è particolarmente amato e praticato dai greci e relegato sopratutto a eventi turistici.

Prendiamo atto di questa realtà ma non possiamo non provare emozione all'assistere al crescendo musicale e gestuale del Sirtaki specie se eseguito con trasporto e abilità come nello spettacolo a cui assistiamo.

 

Venerdì 28 Aprile 2006 - Grecia

Atene è oggi una città pulita e organizzata e viene voglia di confrontare il rapido sviluppo di questi luoghi con l'immobilismo lasciato in patria.

Giornata occupata a coordinare i contatti e le riprese di domani: incontriamo alcuni giornalisti locali e prendiamo appuntamento per effettuare le riprese e le interviste alla scuola di Sirtaki e nel locale da ballo. La sera trascorre visionando il girato.

 

Giovedì' 27 Aprile 2006 - Albania/Grecia

Da Girocastro, antica e suggestiva cittadina arroccata su un cucuzzolo nei pressi di un lago ci dirigiamo verso Kakavia luogo in cui è situata la frontiera di uscita dall'Albania e di entrata in Grecia. La strada è larga e veloce e le formalità sono molto più rapide del previsto, nulla a che fare con la situazione incontrata negli anni '80.

Tutto il viaggio fino ad Atene è diverso rispetto ad alcuni anni fa: per arrivare al Peloponneso non è più necessario il traghetto tra Rio e Antirio in quanto è stato costruito un avveniristico ponte in occasione delle olimpiadi, il canale di Corinto si supera in velocità sulla nuova strada che non permette la sosta panoramica.

Tutto più veloce e pratico ma meno suggestivo (ma chi vuole percorrere la vecchia strada può ancora farlo). La sera siamo ad Atene ospiti dell'Ente del Turismo Greco e della Sunny Greece che ci ha riservato alberghi di alto livello in tutta la Grecia.

 

Mercoledi' 26 Aprile 2006 - Albania

Nel primo pomeriggio abbiamo visitato Butrinto, citta' che dalla sua fondazione nel VII sec. a.C., fino ai giorni nostri ha visto avvicendarsi numerose civilta' del Mediterraneo: Illiri, Greci, Romani, Bizantini, Slavi e Veneziani. Mentre ci dirigiamo a Girocastro siamo costretti ad intervenire davanti al comportamento di un pescatore il quale si compiaceva di aver catturato una tartaruga "Careta Careta" specie in via di estinzione, e la stava facendo morire per poterla vendere. L'abbiamo comprata e portata al mare, respirava a fatica ma appena ha toccato l'acqua ha racimolato le ultime forze e in pochi minuti ha preso il largo e ci ha lasciato con una emozione indimenticabile.........ci piace pensare che potra' continuare il giro del Mediterraneo insieme a noi.

 

Martedi' 25 Aprile 2006 - Albania

Dopo una buona colazione nella piazza Schandemberg con il suo grande mosaico dedicato al lavoro del Popolo, ci apprestiamo ad attraversare il traffico caotico della citta' in direzione Durazzo.

La citta' da' una sensazione di operosita' e di voglia di crescere e quella atmosfera di pericolo soprattutto per i propri beni che si percepiva fino a qualche anno fa', e' assolutamente scomparsa qui come in tutto il resto del paese.

Superato Durazzo ci dirigiamo lungo la costa verso Sud e a Valona incontriamo un commerciante di colori vissuto in Italia 12 anni che ci spiega come oramai l'Italia per gli Albanesi non e' piu' considerata quella terra dell'oro che era negli anni '80 e '90,ci spiega che molti Albanesi lavorano si in Italia, ma solo per procurarsi una base che gli permetta di iniziare una attivita' in patria in quanto come lui stesso dice, con un lavoro che possa fruttare 300 o 400 euro la vita in Albania oggi puo' essere piacevole e sostenibile.

Poco fuori Valona superiamo il cimitero dei caduti di Otranto che ricorda la grande tragedia del mare che in un unico episodio ha decimato intere famiglie della citta'.

 

Lunedi' 24 Aprile 2006 - Albania

Siamo a Tirana, alloggiamo in una villetta appartenuta ad un importante professore di fisica ed ora trasformata in un bed and breakfast da una coppia di intraprendenti ragazzi.
La citta' e' molto diversa da come ce la ricordavamo dieci anni fa', ora e' moderna, dinamica e ostenta consumismo. Molti palazzi sono stati dipinti a colori sgargianti e a fantasie geometriche, questo espediente ha permesso di vivacizzare, con poca spesa, una realta' architettonica altrimenti anonima. L'iniziativa del Sindaco, che e' anche artista e pittore, e' stata dapprima fortemente criticata, ma ora tutti hanno dovuto prendere atto che il risultato e' stato positivo.

La sera incontriamo un giornalista e un noto pittore che ha come soggetto privilegiato della sua arte quello che lui stesso definisce "l'Uomo Balcanico", e molte sue opere raffigurano visi ieratici di Dervishi Sufi.

 

Venerdi' 21 - Domenica 23 Aprile 2006 - MontenegroAlbania

Domenica 23 aprile,

oggi e' la Pasqua ortodossa ma in giro non se ne vedono i segni. Per noi è il primo giorno in Albania, passando da Scutari siamo arrivati a Tirana dove stiamo aspettando di incontrare un giornalista e forse il Sindaco.
Alla nostra bandiera si è aggiunta la frase estratta dalla dichiarazione universale dei diritti umani scritta in Montenegrino da una ragazza conosciuta a Kator (Cattaro l'antico nome in Italiano), che svolge la sua attività di noleggio imbarcazioni nelle acque del Mediterraneo.
Il Montenegro attualmente è molto coinvolto nella campagna referendaria per determinare la sua separazione dalla Serbia ed è difficile interessare le persone a discorsi diversi.
Come in Croazia nessuno parla volentieri della guerra, nel Montenegro non si parla di altro che del referendum.


Sabato 22 Aprile,

In Bosnia casualmente siamo capitati nella festa di fine corso della scuola di Medicina di Mostar, la cui direttrice amante dell'Italia ha condiviso pienamente le finalità del nostro progetto e si è subito proposta per scrivere in cirillico la frase:

"E' indispensabile promuovere lo sviluppo di rapporti amichevoli tra le nazioni"

Il nostro progetto si sviluppa su due piani diversi: uno immediato che trova applicazione localmente, incontrando le personalità e le genti presenti lungo il percorso che cerchiamo di sensibilizzare alla necessita' di promuovere l'amicizia tra i popoli del Mediterraneo.
Un'altro piu' indiretto ma in scala maggiore, prevede di produrre elaborati visivi e giornalistici che al termine dell'iniziativa saranno diffusi attraverso i mass-media per arrivare al maggior numero possibile di interlocutori.
Questo schema ha trovato finora grande rispondenza e ci conforta nella validità del nostro progetto e nella determinazione a portarlo avanti con impegno nonostante il molto lavoro da fare.

P.S.:
Non sempre riusciamo ad aggiornare il resoconto giornalmente come vorremmo, per i troppi impegni da svolgere e per questo ci scusiamo con chi ci segue.

 

Giovedi' 20 Aprile 2006 - Bosnia

Siamo ancora in Croazia, ci svegliamo all'Hotel Marco Polo: l'albergo e' carino ma non all'altezza del nome. Giornata di spostamento con sosta pranzo sul molo con panini comprati al supermercato. Superiamo Split con il suo skyline di casermoni tutti uguali e a sera siamo a Ploce.
Sappiamo che qui a Ploce dovrebbero costruire un ponte per bypassare la breve striscia di costa bosniaca (circa 15 Km) che divide la Croazia e cerchiamo qualcosa che testimoni questo progetto. Il proprietario dell'albergo al quale chiediamo informazioni ci conferma che questa storia e' vera, anche se per ora e' solo un progetto, e che il paese da dove partira' il ponte non e' Ploce bensi Klek.

L'albergo sul porto e' troppo caro e poco accogliente, ce ne andiamo perplessi, ma qui inizia la nostra fortuna.Dopo pochi Km, ci imbattiamo in una deliziosa locanda immersa negli orti con camere e patio sul canale. Siamo a Rogotin, piccolo paesino al confine con la Bosnia. Grande cena a base di cuore, rane ed anguille. I proprietari ci accolgono con calore e ci raccontano la storia del luogo. La sistemazione costa molto meno dell'albergo di Ploce, ma senz'altro vale molto di piu'.



Mercoledi 19 Aprile 2006 - Croazia

"Le guerre sono combattute da tanta gente che con si conosce per colpa di due persone che si conoscono molto bene" la citazione di Rooswelt pronunciata dal Vice Sindaco di Cres ci accompagna mentre lasciamo l'isola.

Durante la mattinata Claudia ,rileva alcuni dati che potranno servire all'interpretazione della funzione del sito archeologico mostrato da Goran ieri: resti di tempio? area sacra? calendario astrale?

Davanti all' Eco Center, Goran scrive in croato la frase tratta dalla dichiarazione universale dei diritti dell'uomo sulla nostra bandiera. Salutiamo gli amici di Modena, Guardie Ecologiche Volontarie, che ci hanno accompagnato fino a Cres.

E' grazie a loro che siamo stati ospitati all'Eco Center e abbiamo potuto documentare la collaborazione tra le due associazioni . Mentre ci dirigiamo all'imbarco per KRK approfittiamo per fare un ultimo giro di Cres.

L'isola e' bella e selvaggia e Goran con la sua dedizione ed il suo amore per questi luoghi e' riuscito a svelarne anche gli aspetti poetici e mistici.

 

Martedi 18 Aprile 2006 - Croazia

Incontriamo il Grifone al Museo Eko Center di Cres guidati dal mitico Franz (lo ritroveremo in serata in veste di corista), di particolare interesse la cartina che rappresenta il viaggio del Grifone intorno al Mediterraneo, e il Grifone stesso rappresentato come angelo in diverse religioni. Arriva Goran Susic, Presidente dell'Eco center e biologo di fama, con lui giro dell'isola.

Nel primo pomeriggio siamo ospiti nella sede della Comunita' Italiana di Cres in Croazia,discorsi e dolcetti e intervista per la "Voce del Popolo", giornale locale.
Passiamo dal Sindaco accolti nella sala del Consiglio, caffe' sul porto dove ci raccontano come l'ex Sindaco avversario del Sindaco attuale, e' oggi Presidente del Consiglio e come i due collaboramente fattivamente.

Cena prelibata offerta dal Comune con canti tradizionali croati guidati dal grande Franz.

 

Lunedi 17 Aprile 2006 - Croazia

La giornata inizia con una assolata colazione in un baretto di Sistiana. Ben presto il gruppo si ricompone e si parte per andare a scoprire la storia del Faro di Pirano. Infatti si narra che inizialmente il Faro di Pirano fosse una Torre sulla cui estremita' venivano accesi dei fuochi.Da li' la Torre e' diventata Faro ed ha dato il nome alla citta' (Pir=Fuoco).

La nostra giornalista ci racconta un po' di storia antica sulla citta' e l'incontro termina con la scrittura della frase della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani dell'Uomo, sulla nostra bandiera nella piazza principale:

"E' indispensabile promuovere lo sviluppo di rapporti amichevoli tra le nazioni"

Ripartiamo alla volta del Faro di Salvore, dove troviamo il guardiano che ci accompagna in cima alla ripida scala fino alla lanterna. Si prosegue verso l'imbarco per l'isola di Cres.

 

Domenica 16 Aprile 2006 - Slovenia

Sveglia alle ore 8 colazione al centro di Modena, bellissima, partenza per Sistiana, dove ci accoglie Jassna con il suo sorriso, la giovane gionalista che con la sua professionalita' ci accompagnera' a Pirano.

Al camping MarePineta dove alcuni prendono dei bungalow altri saranno ospiti a casa di Jassna.
Nel tardo pomeriggio in compagnia del giornalista Rai - Fabio Gergolet - "Passeggiata Rilke" a picco sul mare.
Cena in una "Osmizza”. Le Osmizze sono luoghi dove si vende e si consuma il vino direttamente nei locali o addirittura nella cantina del produttore. La parola osmizza deriva dallo sloveno Osmica e significa ottavina ed indicava il periodo di apertura e cioè di otto giorni delle osmizze consentiti dal Magistrato Civico. Nel 1784 venne emanato un decreto imperiale che consentiva a chiunque di vendere generi alimentari, vino e mosto di frutta da lui stesso prodotti in tutti i periodi dell'anno, come, quando ed ai prezzi voluti purchè l'osmizza fosse indicata con una frasca in bella vista lungo la strada e sulla casa. Il vino locale "Terrano" assicura una notte di sogni a colori.

 

Sabato 15 Aprile 2006

Ci siamo il Mediterraid e' partito.

Un equipaggio e' partito da Campagnano di Roma alle 10.30 ha salutato gli amici e ha offerto la colazione a tutti, ma sopratutto ha conosciuto Marzia Masiello che ha portato i saluti dell'Ing. Mahamud Srour - Assessore con delega alle Relazioni Politiche con i Paesi del Mediterraneo della Regione Abruzzo e ci ha consegnato per suo conto un cestino di prodotti tipici della Regione Abruzzo da consegnare in Siria come simbolo di amicizia.

Inoltre Marzia era accompagnata da Pierluigi Imperiale, che ci ha consegnato il "Bastone della Transumanza" un antico bastone di ornello che ci e' stato affidato per compiere insieme al Mediterraid l'intero giro.

L'appuntamento con loro e' per il 5 agosto a Campo Imperatore dove sara' restituito il bastone nel corso di una festa dedicata al Mediterraneo.

Altri due equipaggi si sono uniti al primo a Modena, dove nella sede Bambini nel Deserto , sono stati ritirati gli aiuti umanitari destinati a un villaggio nelle vicinanze di Palmira in Siria, e ai nomadi del Deserto Giordano.

Lo staff Mediterraid cena, festeggia e dorme presso lo storico Circolo Culturale Florida ospiti delle Guardie Ecologiche di Modena.